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Comunicati stampa

Produzione mondiale di piastrelle in costante aumento

CS 09-06
Acimac ha raccolto tutti i dati storici di produzione mondiale di piastrelle. Scoprendo che, negli ultimi 15 anni, la Cina è cresciuta di quasi il 1.000% mentre l'Europa avanza a ritmi ben più lenti (+78%), con l'Italia ad appena +28%.


Come si è evoluta dal 1990 al 2005 la produzione mondiale di piastrelle ceramiche? L'Ufficio Studi Acimac ha compiuto una approfondita indagine raccogliendo e analizzando i dati di produzione di ogni singolo paese, cogliendo trend che devono far riflettere soprattutto i produttori europei. I risultati del monitoraggio sono stati presentati agli associati durante l'ultimo appuntamento con gli "Incontri di Acimac", lo scorso 24 novembre.

L'Europa occidentale è cresciuta, negli ultimi quindici anni, del 78%, passando da 904 a 1.612 milioni di metri quadrati, con Italia e Spagna (che insieme contribuiscono per l'86% al totale della produzione europea) che hanno segnato uno sviluppo rispettivamente del 28% e del 200%.

L'Europa centro orientale (una macroarea che comprende anche la Turchia) è a +231%, da 127 a 419 milioni di mq. Il Nord America aumenta del 189%, da 88 a 254 milioni di mq, un risultato reso possibile soprattutto grazie alle performance del Messico. Il Centro-Sud America si assesta a +165%, da 261 a 692 milioni di mq, con il Brasile a recitare la parte del leone (il Paese carioca è anche il secondo consumatore di piastrelle, dopo la Cina, e il quarto esportatore).

In Medio Oriente la crescita è stata addirittura del 454%, anche se la produzione nel 1990 era davvero poco significativa, pari a 39 milioni di mq contro i 216 milioni del 2005. In quest'area, l'Iran da solo produce 125 milioni di mq e avrebbe tutte le carte in regola (situazione politica permettendo) per diventare anche un grande esportatore, in virtù delle rilevanti capacità imprenditoriali, della professionalità del personale e della disponibilità energetica di cui il Paese beneficia.

Cina, Taiwan e Hong Kong segnano un eclatante +913%, con una produzione nel 2005 di circa 2,5 miliardi di mq contro i 252 milioni di mq del 1990: uno sviluppo enorme, anche se non sempre lineare. Il resto dell'Asia non è stato a guardare, con un +330% e poco meno di un miliardo di mq prodotti (916 milioni, per l'esattezza) contro i 213 milioni di quindici anni fa. Il Vietnam produce più di quanto consuma ed è a sua volta un potenziale esportatore, nonostante l'industria cinese minacci concretamente di tarpare le ali alle ambizioni degli altri produttori asiatici. In India, dove è sempre maggiore l'attenzione per i beni strumentali, vi sono, oltre a costi produttivi vantaggiosi, una immensa disponibilità di forza lavoro, risorse culturali e imprenditoriali di livello, alti investimenti in ricerca: un competitor potenzialmente molto agguerrito.
Anche l'Africa, sebbene si parli in termini assoluti di quantità minori, ha segnato uno sviluppo interessante (+731%, da 28 a 241 milioni di mq), con l'Egitto che si dimostra particolarmente dinamico sul fronte degli investimenti produttivi.

L'Italia "pesa" di meno

A livello mondiale, la produzione nel 2005 è stata di poco più di 6,9 miliardi di metri quadrati, +255% rispetto ai 1,9 miliardi di quindici anni prima. La Spagna risulta quindi l'unica realtà europea che ha registrato un trend analogo (+200%). I numeri evidenziano invece una situazione di difficoltà per l'Italia. La percentuale italiana di produzione mondiale, nel 1990, era infatti pari al 22,8%. L'Europa occidentale rappresentava allora poco meno della metà della produzione mondiale (46,1%). Nel 2005, invece, il peso italiano è sceso all'8,2%, con la Spagna al 9,4% e l'Europa, complessivamente, al 23%. La Cina, di contro, è arrivata a produrre il 36% del totale mondiale di piastrelle ceramiche.

Come si evolverà la produzione? La Cina, dopo un rallentamento, pare stia riprendendo vigore e l'India è una variabile difficilmente inquadrabile. Per gli altri, a iniziare dall'Europa, non si prevedono ulteriori eclatanti balzi in avanti.

L'export non cresce

Rispetto al totale prodotto, la quota export nel 2005 è stata pari, globalmente, al 24,6% (1,7 miliardi di metri quadrati), non molto difforme dal dato del 1990, quando la percentuale era vicina al 22%. Se si screma questo dato considerando "mercati domestici" le aree economicamente integrate (Unione Europea, NAFTA, Mercosur) si evince che il vero interscambio tra aree non omogenee riguarda appena il 7,16% del prodotto ceramico. La piastrella, quindi, per quanto valore aggiunto possa avere, si dimostra poco propensa a viaggiare, almeno a percorrere le lunghe distanze. Un'ulteriore dimostrazione di come anche i produttori che puntano sulla qualità - come gli italiani o gli spagnoli - siano obbligati a prendere seriamente in considerazione qualche forma di internazionalizzazione produttiva.
Ufficio Stampa Acimac
Marco Fiori
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