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Comunicati stampa

Presentata la 10a Indagine Statistica Nazionale sull'industria italiana delle macchine e attrezzature per ceramica.

CS 10-02
Diminuite, soprattutto, le vendite all'industria italiana produttrice di piastrelle. Sensibilmente mutata, rispetto al 2000, anche la mappa dei principali mercati di export. Ma le maggiori preoccupazioni riguardano lo scenario generale del settore e l'incertezza del quadro economico mondiale nell'anno in corso.

Alla vigilia dell'Assemblea Annuale di ACIMAC, che si svolge il 28 giugno a Fiorano (Modena), il Presidente Franco Stefani ha presentato alla stampa i dati relativi all'andamento dell'industria italiana produttrice di macchine per ceramica nell'anno 2001, emersi dalla 10a Indagine Statistica Nazionale Annuale.

LE IMPRESE
Le imprese italiane fornitrici di macchine per ceramica nel 2001 sono risultate 179 (11 in meno rispetto al 2000), saldo tra chiusure, creazione di nuove imprese e consorzi, fusioni e incorporazioni; in parte tale diminuzione è frutto dello spostamento di alcune aziende verso un'attività prevalente di subfornitura o di fornitura a settori estranei alla ceramica, fenomeno frequente nei periodi di rallentamento della domanda proveniente dal comparto ceramico. Conseguentemente, anche il numero dei dipendenti (6.476 nel 2001) ha subito una diminuzione, pari al 9,5%, perdendo complessivamente 701 unità.

IL VOLUME D'AFFARI
Relativamente ai volumi di fatturato, l'indagine statistica conferma le previsioni anticipate già nel dicembre 2001, con una lieve diminuzione (-3,2%) del giro d'affari complessivo del settore, che chiude il 2001 a 1.523 milioni di euro, con una perdita in valori assoluti di 50,8 milioni di euro. Unico responsabile di tale decremento è risultato essere il mercato italiano, dove il valore delle vendite di macchine per ceramica è sceso dai 541,5 milioni di euro del 2000 ai 489,8 milioni di euro nel 2001 (-9.5%). Al contrario, le esportazioni sono rimaste praticamente invariate rispetto ai valori dell'anno 2000, con un volume d'affari di 1.033,2 milioni di euro (+0,1%). La quota del fatturato totale rappresentata dal mercato domestico si è ridotta pertanto al 32,2%, mentre la propensione esportativa del settore è risalita al 67,8%.

I SETTORI CLIENTI
Anche il 2001 ha visto confermata la suddivisione ormai storica delle vendite di macchine in riferimento alle sei diverse tipologie di industrie ceramiche clienti, ossia i settori produttori di piastrelle, sanitari, laterizi, stoviglieria, refrattari e ceramica varia.
L'industria delle piastrelle, da sempre il principale cliente, incide per l'82,2% sulla formazione del fatturato totale del settore, per un valore di 1.251,6 milioni di euro (-2,1% sul 2000). Le vendite in Italia hanno registrato un sensibile calo (-11,6%) scendendo a 392,4 milioni di euro, con una perdita di oltre 51 milioni di euro rispetto al 2000, solo in parte compensata dal migliore andamento delle esportazioni destinate a questo specifico comparto (+2,8% per un valore di 859,2 milioni di euro). Va tuttavia sottolineato come gli investimenti in tecnologia effettuati dall'industria italiana delle piastrelle abbiano mantenuto negli ultimi anni una oscillazione costante di anno in anno: ogni anno di crescita (come il 1998 e il 2000) è stato seguito da un anno di diminuzione (il 1999 e il 2001).
Non brillante nel 2001 anche l'andamento delle vendite di macchine per laterizi (-8,8%), il cui valore è sceso a 156,1 milioni di euro: anche in questo caso le perdite maggiori si sono riscontrate sul mercato italiano, mentre le esportazioni hanno registrato una sostanziale tenuta. Negativi anche i risultati dei settori macchine per sanitari (-11,5%) e macchine per refrattari (-39%). Positivo, invece, l'andamento del settore macchine per stoviglieria (+10,7%) e del settore macchine per la ceramica varia (+34,5%), sebbene i volumi di fatturato complessivi siano ancora modesti.

LE TIPOLOGIE DI MACCHINE
Nonostante le variazioni negative o positive registrate nel valore delle vendite, nel 2001 non è mutato il peso percentuale di tutte le singole tipologie di macchine nella composizione del fatturato complessivo di settore. Le macchine più centrali di un impianto per ceramica hanno mantenuto la loro netta prevalenza, con presse e stampi (ossia il reparto di formatura del prodotto) che rappresentano il 21% del fatturato totale, seguite dai forni (il 13,7%), dagli impianti di smaltatura (il 13,6%) e dalle macchine per la preparazione delle terre (il 13,2%).

I MERCATI
Sebbene nel 2001 il valore complessivo delle esportazioni sia rimasto del tutto identico a quello dell'anno precedente, a mutare sensibilmente è la mappa dei principali mercati di destinazione, con netti cali nei primi due mercati storici (Unione Europea e Sud America) e decisi incrementi in aree che confermano il trend di costante crescita in corso orami da alcuni anni (Far East, Medio Oriente ed Europa Orientale).
Nello specifico, l'Unione Europea, pur confermandosi prima area di esportazione in virtù della forte domanda proveniente dall'industria ceramica spagnola, ha registrato un calo di vendite del 9,3%, scendendo ad una quota del 32,6% del fatturato estero totale. Da notare come il 2001 sia stato il primo anno di rallentamento dopo quattro anni di aumenti significativi. Sulla minore domanda di tecnologia in quest'area hanno certamente influito le maggiori difficoltà incontrate proprio dall'industria spagnola delle piastrelle sui propri mercati di riferimento.
Confermate dalle cifre anche le sensazioni diffuse nel settore circa il forte rallentamento delle vendite in Sud America, che da secondo mercato di esportazione, scende al sesto posto: il giro d'affari in quest'area si è infatti fermato a 85,5 milioni di euro con una perdita del 32,5% sul 2000.
La minore richiesta di investimenti in America Latina non si spiega solo con la drammatica crisi economica argentina, ma anche con la flessione registrata nel maggiore mercato sudamericano, ossia il Brasile (quarto produttore mondiale di piastrelle), che, a causa della sempre più aspra concorrenza, fatica a imporre i propri prodotti sui mercati internazionali a prezzi remunerativi, riducendo di conseguenza i margini necessari per investimenti in nuova tecnologia.
Tassi di crescita decisamente elevati si sono registrati, al contrario, nel continente asiatico (esclusa la Cina) - 172 milioni di euro, +86,3% -, in Medio Oriente (113,3 milioni di euro, +27,9%) e nei paesi dell'Europa Orientale (112 milioni di euro, +24,7%), aree che si portano rispettivamente al secondo, terzo e quarto posto nella classifica dei maggiori mercati di esportazione, con quote del 16,7%, 11% e 10,9% del fatturato estero totale del settore. In tutti e tre questi casi, si tratta della conferma di trend positivi già registrati negli ultimi anni.
Per l'Europa Orientale il 2001 è il quarto anno consecutivo di crescita, grazie alla nascita e successivo graduale sviluppo dell'industria ceramica locale. Per i paesi del Far East si tratta invece del progressivo recupero, avviato a fatica nel 1999 al termine della grave crisi economica dell'area del biennio 1997-1998. Le potenzialità di ulteriore crescita di questo mercato sono elevate: grazie ad una forte produzione ceramica locale (trainata soprattutto dall'Indonesia, ma anche da Malaysia e Tailandia), l'Asia rappresentava già nel 1996 il secondo maggiore mercato di esportazione per le macchine italiane, con volumi di vendite quasi doppi rispetto a quelli attuali.
Discorso a parte merita il mercato cinese, dove le vendite sono rimaste stabili sui medesimi livelli del 2000 (88,5 milioni di euro, -0,3%), rappresentando l'8,6% del fatturato estero totale di settore. Pur in assenza di crescita, il dato rivela il mantenimento di posizioni di mercato che non vengono cedute dai costruttori italiani alla giovane industria meccanica locale, che pur gode di grandi vantaggi sul proprio mercato interno. La Cina, il maggiore produttore mondiale di ceramica (sia piastrelle che sanitari) resta un mercato strategico per le macchine ˜Made in Italy', sebbene sia sempre più evidente la minaccia proveniente dai fornitori cinesi.

PREVISIONI SULL'ANDAMENTO DEL SETTORE NEL 2002
Se il 2001 non si è chiuso per l'industria italiana delle macchine per ceramica in maniera particolarmente positiva, le maggiori preoccupazioni derivano non tanto dai valori assoluti di fatturato, quanto piuttosto dallo scenario generale del settore e dall'incertezza del quadro economico mondiale che influisce pesantemente su un comparto che storicamente ricava dalle esportazioni i due terzi del proprio fatturato, con presenze consolidate su tutti i mercati mondiali.

Come ha sottolineato il Presidente di Acimac, Franco Stefani, "la sostanziale tenuta del giro d'affari nel 2001, ha semplicemente posticipato di un anno i timori di significative contrazioni di fatturato, che inevitabilmente saranno confermate a fine 2002, stimando oggi il possibile calo ad un - 8-10%. Preoccupa la situazione sul mercato italiano, così come su quelli spagnolo e brasiliano, ossia i nostri primi tre mercati. I segnali di ripresa in altre aree, pur considerati positivi, rappresentano valori ancora assolutamente modesti per compensare rallentamenti ben maggiori".

Con la previsione che i maggiori paesi produttori di ceramica - Italia e Spagna - non esprimeranno nel prossimo futuro forti incrementi produttivi, né, di conseguenza, ingenti investimenti in tecnologia, l'unica strada percorribile per il comparto dei fornitori di macchine, secondo Stefani "è l'assoluta necessità di rafforzamento e allargamento degli altri mercati, conseguibile solo attraverso un fortissimo impegno nell'innovazione tecnologica. Per conseguire q uesti obiettivi, tuttavia, il settore deve necessariamente percorrere e rafforzare quei processi di aggregazione e concentrazione industriale - peraltro già in atto da alcuni anni -, finalizzati ad aumentare la "massa critica" delle imprese, ancora troppo piccole e mediamente sottocapitalizzate per sviluppare un lavoro così complesso".

Grafici e tabelle disponibili su carta e in formato elettronico:

1. Quadro Generale del settore macchine per ceramica
2. Composizione del fatturato per "Settori Clienti"
3. Composizione del fatturato per "Tipologie di Macchine"
4. Composizione del fatturato estero per aree geografiche
5. Andamento delle esportazioni per aree geografiche nel periodo 1995-2001


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