Macchine per ceramica: 2009 da dimenticare
CS 12/1-10
La 18a Indagine Statistica condotta da Acimac rileva un fatturato in calo del 33,0% a 1.240,8 milioni di euro, contro i 1.852,6 del 2008.
Restano alte le preoccupazioni per l'anno in corso, nonostante la lieve ripresa degli ordinativi registrata nel primo trimestre 2010.
Intatte le quote di mercato e la penetrazione internazionale: il settore si conferma leader mondiale.
I risultati della 18a Indagine Statistica Nazionale realizzata dal Centro Studi di ACIMAC, confermano e dettagliano quanto già noto ad operatori di settore ed analisti. Restano alte le preoccupazioni per l'anno in corso, nonostante la lieve ripresa degli ordinativi registrata nel primo trimestre 2010.
Intatte le quote di mercato e la penetrazione internazionale: il settore si conferma leader mondiale.
Il 2009 è stato l'annus horribilis della storia industriale del comparto meccano-ceramico italiano. Il fatturato è crollato a 1.240,8 milioni di euro, in calo di ben 33 punti percentuali rispetto ai 1.852,6 milioni di euro registrati nel 2008. In soli dodici mesi, il giro d'affari è tornato ai livelli del 1999 (1.292 milioni di euro), quando il settore subì i contraccolpi della crisi asiatica.
Praticamente analoghi i cali sul mercato domestico (-33,6% a 325,2 milioni di euro) e su quelli internazionali (-32,8% a 915,6 milioni di euro).
Resta invariata la penetrazione internazionale che genera il 73,8% del fatturato totale, confermando la leadership mondiale dei costruttori italiani.
Il continente europeo resta la principale area di sbocco delle tecnologie italiane con il 33,3% dell'export totale. Al secondo posto l'Asia con il 25,1%, che, però, unita all'area medio-orientale (16%), supera il vecchio continente assorbendo il 41,1% dell'export. Seguono il continente americano e africano entrambi al 12,7%.
Nel 2009, il numero delle società estere a capitale maggioritario italiano (superiore al 51%) è sceso di 10 unità rispetto al 2008. Le 58 aziende controllate da Gruppi italiani hanno generato un fatturato complessivo di 26,8 milioni di Euro (-6,6% sul 2008).
Struttura del settore
Nel 2009 il numero delle imprese operanti nel settore è calato di 8 unità, un ridimensionamento modesto se si considerano i cali di fatturato subiti dalle aziende. Il numero totale di aziende è pertanto passato dalle 167 del 2008 alle 159 dello scorso anno. La maggiore concentrazione geografica resta in Emilia Romagna.
La maggioranza numerica delle aziende (58,5%) è rappresentata da realtà con fatturati inferiori ai 2,5 milioni di euro), mentre l'incidenza maggiore sul fatturato totale, 72,4%, è, all'opposto, delle realtà con fatturati superiori ai 10 milioni di euro.
Modesto anche il calo degli occupati, scesi a 6.229 addetti contro i 6.849 del 2008 (-620 unità). Inferiore alla media nazionale anche il ricorso a forme di ammortizzatori sociali.
Previsioni per il 2010
Nonostante i segnali positivi registrati nel primo trimestre dell'anno, resta alta la preoccupazione per l'anno in corso. Le aziende del settore prevedono infatti una situazione di stabilità sulla maggior parte dei mercati internazionali, e non l'auspicata ripresa degli investimenti industriali.
"Siamo però gente di tempra forte - dichiara il presidente di Acimac, Pietro Cassani - "e continueremo a stimolare il mercato con innovazioni capaci di migliorare l'estetica, la sostenibilità ambientale e l'automazione dei prodotti ceramici."
"Chiediamo inoltre a gran voce al Governo il rinnovo delle agevolazioni per l'acquisto di macchinari, prevista dalla Tremonti Ter e l'avvio di tutte quelle misure necessarie ad agevolare l'attività imprenditoriale" - prosegue Cassani. "Siamo inoltre fortemente preoccupati per l'annunciato dimezzamento dei fondi dell'Istituto per il Commercio con l'Estero (ICE), partner fondamentale per la promozione internazionale del nostro settore".
Gian Paolo Crasta
Ufficio Comunicazione Acimac
comunicazione@acimac.it
tel. 059-510336 - fax. 059-512175
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