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Cina? Nessuna paura, se il confronto è ad armi pari

CS 10-07
Soddisfazione tra le quattordici aziende italiane presenti a Ceramics China. Gambuli (direttore Acimac): "Chiediamo di poter lavorare anche in questo paese in modo equo, alle stesse condizioni dei cinesi. La competizione si giochi sull'innovazione".


Soddisfazione tra gli espositori italiani che, dal 30 maggio al 2 giugno, a Guangzhou (Canton), hanno partecipato a Ceramics China 2007, la più importante fiera asiatica dedicata alle tecnologie e materie prime per l'industria ceramica. L'Italian Pavilion, organizzato da Acimac (l'Associazione dei costruttori italiani di macchine e attrezzature per ceramica) in collaborazione con ICE, è stato uno dei fulcri della manifestazione, attirando un elevato numero di visitatori provenienti dalla Cina e da tutto il Sud Est asiatico. Un'ottima occasione, dunque, per promuovere le qualità della tecnologia made in Italy: efficienza, affidabilità, ridotti consumi, assistenza post vendita, alta qualità dei prodotti, prestazioni ambientali. Su una superficie di 1.300 metri quadrati, erano presenti quattordici aziende di primo livello: Air Power, Assoprint, BMR, CMF Technology, Colorobbia - Industrie Bitossi, Gabtec, ICF Welko, NBP, Sacmi, Simec, Siti - BT Group, System, Tecno Italia, TSC.

Nell'ambito degli incontri "Resource, Environment Protection, Creativity and Efficiency", il direttore di Acimac, Paolo Gambuli, ha parlato della situazione del mercato dei beni strumentali in Asia e della presenza produttiva e commerciale delle aziende italiane in loco, ma anche di rispetto della proprietà intellettuale. "Per essere presenti in questo mercato nel modo più equo, chiediamo di poter giocare con le stesse regole degli operatori locali. Vogliamo un confronto aperto, senza più scorciatoie di sorta. Un confronto - ha dichiarato Gambuli - sul piano dell'originalità e del grado di innovazione delle proposte".
Sul fronte ambientale, il direttore di Acimac ha parlato dei positivi sviluppi che, sin dagli anni 70, hanno portato le istituzioni pubbliche, di concerto con le associazioni di categoria, a stabilire una legislazione europea, nazionale e anche regionale sempre più restrittiva in merito alle emissioni e al riutilizzo di materie prime. Una strada che anche la Cina dovrà intraprendere.

Restando in tema, a Milano, il 28 giugno, Federmacchine (la federazione italiana che riunisce le associazioni di categoria dei beni strumentali) e ICE (l'Istituto nazionale per il Commercio Estero) organizzano un interessante convegno dal titolo "La meccanica italiana in Cina, strumenti e opportunità", che si terrà presso il Palazzo delle Stelline, per fornire alle aziende preziosi strumenti conoscitivi e di supporto all'internazionalizzazione.




Ufficio Stampa Acimac
Marco Fiori
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